Una giornata...olimpica


Era un sabato pomeriggio di dicembre 2004 e stavo spippolando da neofita su internet cercando di capire a cosa diavolo servissero i “motori di ricerca” quando si accese un banner sui “XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006”.
E’ bastato un click per entrare nel sito www.fiammaolimpica.it e scoprire tutti gli eventi previsti per tale manifestazione.
Mi incuriosisce una domanda : “Vuoi diventare tedoforo?” E perché no!
Inserisco i miei dati e non passano 5 minuti che arriva la conferma della mia candidatura accompagnata già da una solenne investitura :
“Diventare tedoforo rappresenta l’opportunità straordinaria di vivere le Olimpiadi da protagonista e di essere ambasciatore dei valori che la Fiamma Olimpica simboleggia in tutto il mondo: l’unione e la pace tra i popoli, la solidarietà, la fratellanza, la lealtà, la competizione nobile”



Le selezioni si sarebbero svolte nel corso del 2005 : tutto bello ma dentro di me pensai subito che con tutti i giovani che ci sono quando mai avrebbero chiamato un sessantenne?
Ed invece ad inizio novembre 2005 ricevo, con somma meraviglia, la comunicazione che ero stato selezionato come tedoforo e che avrei avuto l’onore di portare la torcia Olimpica nel suo Viaggio attraverso l’Italia!
Dovevo solo confermare entro 7 giorni la mia partecipazione alla staffetta che sarebbe avvenuta nella mia provincia di residenza o nelle sue vicinanze.
Chissà dove mi avrebbero mandato a correre………………….a quel paese!
E qui già cominciò la mia preoccupazione perché nel frattempo il mio ginocchio destro aveva cominciato a scricchiolare, e giù pomate e fasce elastiche, ma non potevo mancare.


Dopo una decina di giorni mi chiamano dal Comitato Organizzatore e mi passano tutte le informazioni del caso.
Tanto per farla breve il 14/12 alle 17,15 mi sono presentato al Campeggio del Piazzale Michelangelo insieme agli altri colleghi tedofori.
Ci viene consegnata l’uniforme ufficiale da indossare sopra i nostri indumenti e che consisteva di una giacca, un pantalone, un cappellino ed un paio di guanti, tutti bianchi come la neve.
Passo successivo la consegna della torcia e la dimostrazione pratica di come utilizzarla; infatti non era una torcia tradizionale, era solo ispirata alla fiaccola in legno ma riproposta in forma moderna, disegnata addirittura da Pininfarina, in metallo e che attraverso un particolare sistema di combustione prendeva fuoco.
Non eravamo però tutti semplici tedofori perché con noi c’era anche una medaglia d’oro nel tiro a volo ad Atene 2004, Andrea Benelli, che il fucile l’aveva lasciato a casa, ma al quale era toccata di diritto l’accensione del tripode in Piazza Signoria.
Dopo un rinfresco bene augurante siamo saliti tutti su una navetta ed hanno poi cominciato a lasciarci ad uno ad uno lungo il percorso che scendendo dalle Rampe del Piazzale Michelangelo avrebbe portato in Piazza Signoria, così come Pollicino lasciava le molliche di pane lungo la strada.
La postazione a me assegnata era all’inizio di Borgo San Frediano quasi all’angolo con Piazza Verzaia dove attaccato al palo di un cartello di divieto di sosta c’era un bel “217” il mio numero!
Però, nonostante il divieto di sosta e che fosse prevista solo l’attesa per qualche minuto del tedoforo che mi precedeva, sono rimasto lì impalato con in mano la fiaccola ad aspettare il mio turno per una mezz’ora abbondante………………..ma faceva parte dello spirito olimpico!
Qualcuno passando sgranava gli occhi pensava fosse già arrivato il Carnevale!
Poi finalmente arrivano i vigili in moto ad aprire la strada alle auto dell’organizzazione (fotografi, sponsor, ecc.).
All’improvviso sbuca il compagno tedoforo e in un attimo mi ritrovo circondato dagli atleti che accompagnavano tutti lungo il percorso e che ci aiutavano per l’accensione “tecnologica” della fiamma che avvolgeva la sommità della torcia.
Un contatto fra le due torce, si accende anche la mia torcia, un attimo ad ammirare la fiamma e poi via!
Uno degli accompagnatori mi dice “ Ma te corri bene! ”
“Sono podista !” rispondo io.
All’altezza di Piazza dei Nerli sento arrivare un “Bravo !” che mi da una spinta in più, ma subito dopo agguanto la torcia con entrambe le mani perché non ce la facevo più a reggerla, pesava 1900 grammi, accidenti alla tecnologia!
Dopo poco più di 300 metri mi aspettava l’altro staffettista (menomale per il ginocchio) ed anche parenti ed amici venuti a festeggiare, ma solo il tempo di salutarli perché siamo dovuti risalire quasi subito sulla navetta che raccoglieva……….le molliche di Pollicino per riportarle tutte alla base di partenza.
Ed a quel punto, dopo un lungo pomeriggio da protagonisti, siamo usciti tutti di scena in punta di piedi lieti di aver contribuito alla riuscita della Olimpiade della Neve e aver partecipato, almeno noi tedofori, con spirito olimpico. 
Alessandro Gorini